Cronaca

Manifesto comune Petilia per killer di Lea, il sindaco Saporito: chiedo scusa non era autorizzato

“Non è stata una cosa fatta appositamente per questo funerale ma è stato un automatismo perché l'agenzia funebre affigge in automatico anche il manifesto del comune"

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PETILIA POLICASTRO – “Ho telefonato alla sorella di Lea Garofalo per chiedere scusa della vicenda perché il manifesto non è stato da noi commissionato, da noi voluto. Noi prendiamo le distanze. Chiediamo scusa a chi si sente urtato nelle coscienze per quello che è accaduto e ribadiamo la nostra totale estraneità dai fatti e la nostra contrarietà al crimine organizzato”. Sono queste le parole del sindaco di Petilia Policastro, Simone Saporito, pronunciate in un video pubblicato sulla pagina facebook del comune, con le quali il primo cittadino precisa quanto avvenuto in merito all’affissione di manifesti di cordoglio per la morte di Rosario Curcio, uno degli assassini di Lea Garofalo.

https://www.facebook.com/100075813854977/videos/1010726470281946

Nel post che accompagna il video del sindaco si parla di “sciagurata attenzione mediatica” mentre il sindaco Saporito chiarisce: “Quanto avvenuto non è stato autorizzato né dal sindaco, né dall’Amministrazione comunale, né da dipendenti del Comune perché nessuno di noi, parte politica ed amministrativa del Comune, ha chiamato o contattato l’agenzia funebre per fare il manifesto. L’affissione dei manifesti è una prassi consolidata della città che avviene da diversi anni anche durante le precedenti amministrazioni. Noi ci siamo insediati dal 2021 e subito abbiamo deciso di effettuare le affissioni per tutti i funerali che si svolgono nella città di Petilia Policastro”.
“Non è stata una cosa fatta appositamente per questo funerale – ribadisce il sindaco – ma è stato un automatismo perché l’agenzia funebre affigge in automatico anche il manifesto del comune”. Il primo cittadini di Petilia Policastro, che ieri aveva giustificato l’affissione del manifesto di cordoglio per Curcio parlando di “discriminazione al contrario se non lo avessimo fatto”, sottolinea poi l’attività dell’Amministrazione per la legalità: “Sento il dovere di precisare, sia da parte dell’Amministrazione comunale, che per la mia storia personale, che abbiamo fatto battaglie per la legalità. Per noi la mafia continua ad essere, è stata e sarà sempre una montagna di merda. Ci fa schifo la mafia ed il crimine organizzato in ogni sua forma. Le nostre iniziative a tutela della legalità sono sotto gli occhi di tutti: l’11 novembre, appena insediati, abbiamo piantumato gli alberi di legalità a Petilia e nelle frazioni. Per la prima volta a Pagliarelle, paese natale e dove ha vissuto Lea Garofalo, abbiamo svolto la presentazione del libro “Lea Garofalo Una fimmina calabrese” di Paolo De Chiara”.
Nel post del video è poi riportato che “Al netto di quanto colposamente accaduto, l’attuale Amministrazione intende ribadire di essere lontana da arcaiche forme di vicinanza alla criminalità e di avere come faro della propria azione di governo esclusivamente la legalità”.