Cronaca

Uccise l’ex moglie, condannato all’ergastolo Alfonso Diletto

La sentenza emessa dalla Corte di Assise di Catanzaro per l'omicidio di Vincenza Ribecco avvenuto a San Leonardo di Cutro l'8 marzo 2022

omicidio ribecco vincenza1

Ergastolo con due mesi di isolamento diurno. E’ questa la condanna che la Corte di Assise di Catanzaro ha inflitto ad Alfonso Diletto, il pensionato di 70 anni che l’8 marzo del 2022 ha ucciso a San Leonardo di Cutro (Crotone) l’ex moglie, Vincenza Ribecco di 60 anni. La sentenza, letta del presidente della Corte, il giudice Massimo Forciniti, nel pomeriggio del 7 novembre, ha confermato l’impianto accusatorio della Procura della Repubblica di Crotone ed ha accolto la richiesta di condanna all’ergastolo avanzata dal pubblico ministero Pasquale Festa lo scorso 17 ottobre. Diletto, difeso dall’avvocato Luigi Colacino, era accusato di omicidio volontario premeditato, detenzione illegale di arma da fuoco e munizionamento e di ricettazione. L’assassinio è stato causato da una separazione che Diletto non aveva accettato e per questo continuava a infastidire l’ex compagna. La donna si era lamentata con i parenti, ma non aveva mai presentato una denuncia per violenze o stalking. Alfonso Diletto e Vincenza Ribecco si erano separati circa un anno e mezzo prima per le troppe incomprensioni tra i due. L’uomo se n’era andato ad abitare a Cutro, mentre Vincenza – che lavorava come stagionale nei villaggi turistici della zona – era rimasta a San Leonardo di Cutro dove viveva con il figlio. L’8 marzo del 2022 Alfonso Diletto si è presentato per l’ennesima volta a casa di Vincenza Ribecco. Ha suonato al campanello, ha chiesto di entrare ma la donna non gli ha aperto chiedendogli di andarsene. Lui a quel punto ha preso la pistola, un’arma calibro 7,65 clandestina che aveva portato in tasca, ed ha sparato da dietro la porta finestra colpendo la donna al cuore ed uccidendola all’istante. L’arma, su indicazione di Diletto è stata rinvenuta dai carabinieri il giorno dopo in un fosso lungo la strada che conduce da San Leonardo a Cutro.
Per le parti civili – i figli ed i parenti della vittima rappresentati dagli avvocati Luigi Falcone e Tiziano Saporito – la Corte di Assise ha disposto il risarcimento da quantificare in sede civile senza provvisionali e la condanna al pagamento delle spese processuali. Tra le parti civili anche ammesse al processo c’era anche l’associazione ‘Al posto tuo’, presieduta dall’avvocato Loredana Gemelli, che si occupa di combattere la violenza nei confronti delle donne. "E’ grave che l’assassino non ha manifestato alcun pentimento ed alcun rimorso per quello che ha fatto" ha detto la presidente dell’associazione.