Cronaca

Concessioni balneari, tempo scaduto: Manica sollecita un incontro con il Comune

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Gli operatori balneari di Crotone esprimono forte preoccupazione per la mancata proroga delle concessioni demaniali. Il termine per adeguarsi alla direttiva Bolkestein in materia di libera concorrenza è scaduto ed il Governo, su cui pende una procedura d’infrazione europea, non ha ancora deciso bene cosa fare. Per il momento conta di vivacchiare per altri quattro mesi allo scopo di completare la mappatura delle spiagge e dimostrare (nelle sue intenzioni) che ve ne sarebbero in abbondanza per tutti, vecchi e nuovi concessionari in attesa delle gare per le concessioni.
"Questa situazione impedisce la programmazione della stagione estiva e la regolare manutenzione delle concessioni, mettendo a rischio posti di lavoro per l’intera filiera turistica cittadina" lamenta Luca Manica, presidente del Sindacato balneari di Crotone. Per questo motivo "la categoria ha richiesto un incontro all’amministrazione comunale per trovare soluzioni equilibrate". Il Sib pone l’accento sulla "importanza della continuità aziendale per garantire i normali livelli di servizio" evidenziando che "nonostante la complessità del quadro nazionale, molti comuni hanno già prorogato le concessioni".
A parere del Sindacato nazionale balneari, aderente a Confcommercio, una soluzione potrebbe essere quella di applicare la legge 118/2022, così come modificata dalla 14/2023, che dà "la possibilità di prorogare, in mancanza di decreti attuativi per la definizione dei bandi di gara e con atto motivato, le concessioni in essere. Questa soluzione – scrive Manica – non andrebbe in contrasto (in quanto proroga limitata) con quanto previsto dalla direttiva Bolkestein e garantirebbe agli operatori la possibilità di programmare la stagione estiva".
"La questione resta comunque aperta" aggiunge il presidente del Sib Crotone, ricordando che "la stessa Corte di giustizia europea, il 20 aprile scorso ha chiarito che il presupposto per l’applicazione della direttiva Bolkestein è la scarsità della risorsa (demanio) del territorio, non a caso il Governo – scrive Manica – in risposta alla Commissione europea ha richiesto un termine di quattro mesi per completare la mappatura del territorio".
Di fatto però la mappatura è stata già in parte bocciata da Bruxelles dal momento che per tutelare le attuali concessioni balneari, il governo Meloni ha inserito nel conteggio di tutto; aree portuali e industriali, zone inaccessibili, aviosuperfici, dove la gente non può andare certo a farsi il bagno.