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Naufragio Cutro: ReSQ, le navi Ong sono falso problema

lucianio scalettari

“La presenza di navi di soccorso delle Ong è un falso problema. Il 2023 è stato un anno record di sbarchi, ma è angosciante per il numero di vittime, 2.500, e le per quello delle persone in Libia, 15.000. In tutto questo le navi di soccorso hanno salvato circa il 6% delle persone arrivate in Italia”. Lo ha detto Luciano Scalettari, presidente di ResQ che sabato 24 febbraio a Crotone ha organizzato una partita amichevole  in occasione delle iniziative della Rete 26 febbraio per l’anniversario del naufragio di Cutro.  “Il vero problema – ha detto Scalettari – è gestire il flusso migratorio permettendo alla gente di arrivare con ingressi legali. Cosa che è impossibile. Seguo l’Africa da 30 anni e da lì non si arriva. L’unica iniziativa è quella privata con Caritas, insieme a Valdesi e Buddisti, ma non con un sistema istituzionale come dovrebbe essere”.
Scalettari ha spiegato il perché della gara amichevole di calcio: “Non solo dobbiamo ricordare quella tragedia, ma dire che non deve succedere più. Invece sappiamo che ci sono state altre morti. Il vero scandalo è questo che denunciamo oggi giocando a calcio. Lo sport è inclusione e solidarietà e mettere una gara di calcio tra le iniziative serve a raggiungere le persone più distratte per far sapere quello che è accaduto e quindi a far sapere a più persone che questa strage è stata uno scandalo e chiedere di sapere perché è avvenuta”.
Riguardo la criminalizzazione delle ong, il presidente di ResQ ha detto: “Per spiegare cosa fanno le Ong basta usare la metafora delle ambulanze che intervengono dove le persone sono in pericolo o rischiano di morire. E’ quello che fanno le nostre navi di soccorso che non dovrebbero esserci perché fare soccorso in mare non spetterebbe ai privati ma sarebbe compito delle istituzioni che non lo fanno con l’efficacia e la sistematicità che ci vorrebbe. Bisognerebbe eliminare le diseguaglianze tra i Paesi per non far muovere milioni di persone. Solo una piccola parte arriva in Europa e l’Europa dei diritti, dovrebbe sapere accogliere questa piccola parte di persone senza drammatizzare o parlare di invasione, Significa un cambio di cultura e di strategie politiche, ma non c’è una strategia Europa, ogni paese fa quello che va bene alla maggioranza del momento”. 
Infine, Scalettari ha commentato l’accordo Italia-Albania sull’apertura di centro di accoglienza: “Fa ridere. Si fa fatica a commentarlo. Ci vuole una certa  fantasia ad ideare un sistema così perverso ed in violazione dei diritti individuali. Non si capisce come le persone che finiscono in Albania possano presentare le loro richieste se non con nn andirivieni di avvocati, poliziotti cpon costi incredibili che non sono motivati se non da propaganda politica. Quello che vogliono è che non si metta piede in Italia anche se quello in Albania sarà considerato territorio italiano. Bloccare le frontiere crea solo più morti. È sempre così”. 

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