Vertenza abramo

Vertenza Abramo, le richieste delle sigle sindacali in un documento al Prefetto

A seguito del sit-in del 18 marzo organizzato fuori le Prefetture calabresi le sigle sindacali regionali hanno stilato e condiviso un documento che hanno poi consegnato al Prefetto Franca Ferraro. Nel documento è tracciata la storia della Abramo in amministrazione straordinaria nonchè le richieste di aiuto all'ente circa la questione degli appalti di Customer Care da parte di TIM e impatti sulle aziende con sedi in Calabria.

Generico marzo 2024

CROTONE – A seguito del sit-in del 18 marzo organizzato fuori le Prefetture delle tre province calabresi in cui è presente la Abramo Cc le sigle sindacali regionali hanno stilato e condiviso un documento che hanno consegnato al Prefetto Franca Ferraro. Nel documento è tracciata la storia della Abramo in amministrazione straordinaria nonchè le richieste di aiuto all’ente circa la questione degli appalti di Customer Care da parte di TIM e impatti sulle aziende con sedi in Calabria. “Fin dal 2018, col famoso piano Sibony, sostenuto dall’allora Ad Amos Genish – si legge in una nota di SLC, CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, Ugl Telecomunicazioni – che TIM ha cominciato ad abbandonare il solco di azienda attenta alle ricadute sociali ed occupazionali nei confronti dei lavoratori degli appalti che provenissero dalle manovre azzardate dei propri manager. Allora ci fu un taglio lineare postumo alla fatturazione del 20% che provocò la cessazione di un migliaio di lavoratori a tempo determinato nonché l’apertura per altri 5000 di una serie di procedure di ammortizzatori sociali“. Sono stati dunque anni burrascosi per le aziende che hanno gestito le commesse del Customer Care di TIM “un’azienda – si legge ancora – che da ex-monopolista di stato è stata negli anni abbandonata al mercato senza alcun criterio né tutela e che ha quindi trasformato radicalmente la mission.  A subire le ricadute più pesanti della politica di riduzione dei costi di TIM verso i propri outsourcer, è stata proprio la Abramo Cc, all’epoca (2018) suo primo partner commerciale, che ha visto erodere il suo fatturato da circa 80 Mln nel 2017 a soli 18 Mln del 2023“.

L’amministrazione straordinaria

“Nel protrarsi di questo scenario – scrivono i sindacati – TIM ha comunicato i primi di dicembre alla Abramo Customer Care in amministrazione straordinaria che non gli avrebbe rinnovato il contratto di fornitura dei servizi consumer sui quali erano impiegati poco meno di 500 persone (493 per la precisione). Appresa questa notizia, le OO.SS., coadiuvate dalle segreterie nazionali e con il supporto delle istituzioni regionali, hanno attivato tutte le interlocuzioni possibili affinché si potesse addivenire ad una proroga delle attività per avere maggiore tempo per ricercare una soluzione, considerato che il venir meno delle attività per 500 persone avrebbe messo in serio pericolo la stabilità economica e lavorativa anche delle altre 500 impiegate nelle attività business, causando pertanto la repentina perdita del lavoro e del reddito per circa 1000 persone”.

La proroga Tim fino al 30 giugno 2024

“Il tutto non senza numerosi sacrifici – si legge nella nota -, infatti, i lavoratori della Abramo C.C. in amministrazione straordinaria, che sono da circa un anno in cassa integrazione straordinaria guadagni, hanno visto quadruplicare la percentuale di ammortizzatore applicato sul loro monte ore (si è passati da un 15% medio a punte del 60%), infatti spesso si è accusato il committente TIM di una proroga delle attività solo di facciata ma non sostanziale. A peggiorare ulteriormente la condizione dei lavoratori degli appalti di Customer Care, è intervenuto un nuovo taglio dei volumi di lavorazione da parte del committente TIM che ha investito in modo lineare tutti i fornitori di servizi creando un’emergenza reddituale immediata e non poca preoccupazione ed incertezza sul futuro lavorativo di circa 2000 lavoratori calabresi”.

Le richieste al Prefetto

“Il prossimo tavolo ministeriale convocato per il 26 marzo alla presenza di TIM con tutte le sue aziende appaltatrici – scrivono – dovrà essere una occasione ineludibile per il governo di richiamare TIM alle sue responsabilità sociali, ma nel contempo dovranno essere applicati tutti gli strumenti normativi utili a governare il cambiamento epocale che questo settore sta attraversando per i motivi suesposti. Per quanto sopra chiediamo di sostenere le rivendicazioni delle parti sociali e dei lavoratori, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e gli impatti sociali nelle aziende del settore CRM/BPO operanti per TIM; di sollecitare l’apertura di un tavolo di crisi permanente per la vertenza della ex Abramo in amministrazione straordinaria , al fine di scongiurare una tragedia sociale che impatterebbe su oltre 1000 lavoratori e le loro famiglie nelle provincie di Catanzaro Cosenza e Crotone, conseguentemente alla definitiva cessazione delle attività della commessa TIM prevista al 30 giugno 2024″.