Migranti

Humanity 1, la presidente della Ong: decreto Piantedosi da abolire

La conferenza stampa di Laura Gorriahn della ong Sos Humanity dopo la decisione del giudice di Crotone di sospendere il fermo amministrativo disposto per presunte violazioni al decreto Piantedosi

CROTONE – “Chiediamo che i fermi amministrativi alle navi delle Ong siano aboliti perché la gente nel Mediterraneo sta morendo per questa procedura assurda del governo italiano”. Lo ha detto Laura Gorriahn, presidente di Sos Humanity, nel corso di una conferenza stampa tenutasi martedì 19 marzo a bordo della nave Humanity 1 che fino al giorno prima era stata sottoposta a fermo amministrativo dalle autorità italiane. Il Tribunale di Crotone, infatti, il 18 marzo ha sospeso il decreto di fermo e la nave – dopo quasi 15 giorni – potrà riprendere il mare.

Decisione giudice sia precedente

“Siamo contenti della decisione del giudice di Crotone – sottolinea Gorriahn – con la speranza che sia un precedente per altri casi. La stortura in questa vicenda è non poter provare le nostre ragioni in tempi più rapidi per tornare a salvare le persone in mare. Il fermo nei nostri confronti era basato su accuse false mosse dalla cosiddetta guardia costiera libica, ma noi eravamo e siamo sicuri di aver agito senza violare le leggi internazionali”. Gorriahn, che è anche osservatrice internazionale per i diritti umani, ha ribadito: “I fermi amministrativi voluti dal governo italiano per la nostra nave e per quelle delle altre Ong hanno fermato l’attività di soccorso per un totale di 100 giorni ed abbiamo visto, proprio negli ultimi giorni, il caso denunciato dalla Ocean Viking con i 60 morti in mare perché non c’era alcuno a prestare soccorso. Anche il giudice di Crotone ha riconosciuto che a causa del nostro fermo c’è stata la compromissione dello svolgimento di indifferibili attività di carattere umanitario. Speriamo che decisioni come quella del Tribunale di Crotone possano spingere a dichiarare illegittimo decreto Piantedosi perché prestare assistenza non è un crimine ma un dovere”.

Stop ad aiuti alla Guardia costiere libica

Durante la conferenza stampa, svolta volutamente nella zona di poppa dove solitamente vengono ospitati i migranti soccorsi, la presidente di Sos Humanity ha esposto una serie di richieste ai governi europei: “Chiediamo di smettere di finanziare la cosiddetta guardia costiera libica fatta di persone che non seguono nessuna legge dei soccorso in mare. Il loro centro di coordinamento non si occupa di soccorso ma mette in pericolo le vite. Chiediamo al governo italiano di smettere di fornire attrezzature e navi alla guardia costiera libica visto che da una motovedetta che l’Italia ha donato alla Libia l’estate scorsa sono arrivati gli uomini che hanno sparato contro di noi il 2 marzo mentre eseguivamo il soccorso di 77 persone”.

Il capitano: vergognosa procedura

Alla conferenza stampa ha partecipato anche Leo, capitano svedese della Humanity1, che ha ribadito: “È vergognoso essere costretti a restare bloccati nel porto per questo sistema che ferma una nave senza valide ragioni. Noi quando agiamo per soccorrer le persone rispettiamo le leggi chiare del soccorso in mare e dei diritti umani. Il decreto Piantedosi non funziona perché non ci sono leggi internazionali che violiamo”. A proposito del decreto Piantedosi, Laura Gorriahn ha rivelato: “C’è una petizione in corso contro questo decreto presentata con altre Ong alla Commissione europea per chiedere di renderlo illegale. Abbiamo avuto molta solidarietà dai partiti politici nel Parlamento europeo ma nessun endorsement chiaro. Noi proponiamo un programma comunitario soccorso in mare come fu Mare Nostrum”.