Un gruppo di noti naviganti italiani, tra i quali Soldini, Malingri, Beccaria, Solero, Diena, Alessandro, De Falco, Riso, Notarbartolo, ha scritto un secondo Appello di naviganti al Presidente della Repubblica per il soccorso in mare e ha aperto una raccolta di firme fino a Pasqua 2025 (chng.it/srL7P9kyws).
Vita e pace sui mari è il loro messaggio per la Pasqua 2024. L’Appello dei Naviganti Accorati Italiani prende spunto dalla omissione di soccorso nello Stretto di Sicilia al “gommone di Zauia” (Libia) tra il 7 e il 13 marzo 2024, con l’agghiacciante bilancio di 60 morti di sete, fame e ustioni in lenta agonia, sepolti nell’abisso del “cimitero-Mediterraneo” uno dopo l’altro, nell’indifferenza dello Stato e nella quasi indifferenza dei media.
L’Appello 2024 a Sergio Mattarella riprende l’Appello 2023. Il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire lo pubblicò il 3 marzo 2023, nelle stesse ore in cui il Capo dello Stato onorava a Crotone le 70 bare delle vittime della defezione dello Stato sul mare di Steccato di Cutro nella fredda notte tra il 25 e il 26 febbraio. Nessun altro rappresentante dello Stato volle allora portare un fiore su quelle 70 bare – osservò, commosso, il Sindaco di Crotone.
“Dopo la strage di Steccato di Cutro – scrivono i Naviganti Accorati Italiani – quasi 3000 persone sono perite senza soccorsi dello Stato nei mari a Sud dell’Italia. Per questo riteniamo sempre più urgenti le tre richieste al Capo dello Stato evocate nel primo appello del 3 marzo 2023″.
Queste le richieste: “Primo: esortare a modificare la “legge dei porti lontani” e le spietate norme attinenti (Gazzetta Ufficiale N. 52, 2.3.2023), indegne della Costituzione, della marineria italiana e della memoria del Comandante Todaro – Salvatore di nome e di fatto dei 26 naufraghi della nave Kabalo che aveva affondato il 16 ottobre 1940. Secondo: stimolare due inchieste, una parlamentare e l’altra giudiziaria, su ognuno dei due omessi soccorsi ai tremendi naufragi di Steccato di Cutro nel febbraio 2023 e dello Stretto di Sicilia nel marzo 2024. Terzo: riparare il disdoro nei media internazionali per la reputazione della marineria nazionale e dello Stato italiano, causato dall’omissione di soccorso statale e dalle improvvide parole dei governanti, a volte facinorose (“E adesso affondiamo la Sea Watch!”) e spesso impietose: “carico residuale” (già entrato nella Treccani: bit.ly/49EGn7j ),“taxi di carne umana”, “io non partirei, se fossi disperato”.
I Naviganti Accorati Italiani chiedono al Capo dello Stato che “alle navi umanitarie che salvano i naufraghi a Sud dell’Italia lo Stato italiano non ordini più di raggiungere “porti lontani” più di mille chilometri e molte giornate di navigazione” e che “le navi umanitarie siano autorizzate a sbarcare i naufraghi “nel porto sicuro più vicino”, come dettano l’umanità, la coscienza marinara e le norme internazionali – e come fanno sempre i valorosi equipaggi delle navi dello Stato, che sbarcano silenziosamente sulle nostre coste la grandissima maggioranza dei profughi in pericolo!
L’Appello dei Naviganti Accorati Italiani a Sergio Mattarella chiede che “le navi umanitarie non siano più bloccate, sequestrate, processate, multate ingiustamente con accuse che nei tribunali si rivelano infondate” e denuncia “il processo-scandalo alla nave umanitaria Juventa, in cui la stessa accusa ha infine richiesto l’archiviazione, che è costato allo Stato 8 anni di udienze, 30 000 pagine, 3 milioni di euro, il sequestro e la rovina della nave – e soprattutto la perdita di più di 2000 giornate-nave di soccorso. Quante vite lo Stato avrebbe avrebbe salvato con quei 3 milioni di euro? Quante vite avrebbe salvato la nave umanitaria Juventa con quelle 2000 giornate di soccorso annichilite dallo Stato?”.
“Signor Presidente – conclude la lettera a Mattarella – in guerra la marineria italiana trattò i nemici come esseri umani. In pace, lo Stato italiano smetta di trattare gli esseri umani come nemici!”
I Naviganti Accorati Italiani, che invitano a firmare l’Appello qui chng.it/srL7P9kyws , sono: Giovanni Soldini, Vittorio Malingri, Ambrogio Beccaria, Antonio Solero, Marco Diena (navigatori); Vittorio Alessandro (Ammiraglio, ex portavoce della Guardia costiera); Gregorio De Falco (ex Senatore); Giuseppe Notarbartolo di Sciara: (oceanografo); Pietro Riso (armatore di pesca a Lampedusa); Marco Francesco Morosini (navigatore e docente).