Lavoro

Biomasse Cutro, la protesta continua: operai passeranno la notte sulla ciminiera fotogallery

Trascorreranno la notte a 52 metri di altezza sul camino della centrale biomasse di Cutro i 15 operai della Serravalle Energy che dal pomeriggio di martedì 23 aprile hanno inscenato una clamorosa protesta

CUTRO – Trascorreranno la notte a 52 metri di altezza sul camino della centrale biomasse di Cutro i 15 operai della Serravalle Energy che dal pomeriggio di martedì 23 aprile hanno inscenato una clamorosa protesta per rivendicare il pagamento degli stipendi arretrati e avere certezze sul futuro lavorativo messo a rischio da una complessa situazione giuridico-amministrativa. Non è bastato loro l’arrivo all’impianto degli amministratori giudiziari, Giuseppe Spadafora e Iginio Guerriero, giunti insieme al giudice coordinatore, Mario Santoemma che ha mostrato ad una delegazione il decreto con il quale autorizza il pagamento per 45 mila euro pari alle somme vantate per i mesi di febbraio e marzo.
“Baste con le chiacchiere” hanno urlato gli operai dall’alto della ciminiera mentre negli uffici si svolgeva un incontro tra tra gli amministratori giudiziari, il giudice, i sindacalisti di categoria Francesco Gatto (Cgil), Francesco Timpano (Cisl) e Vincenzo Celi (Uil) ed una delegazione dei 37 operai occupati nell’azienda.
La disponibilità del giudice e degli amministratori è stata ben accolta ma, hanno spiegato i sindacati, gli operai hanno deciso di proseguire nella protesta sia perché sta maturando la mensilità di aprile e soprattutto perché non c’è certezza sul futuro. La centrale biomasse di Cutro si è trovata al centro di una vicenda giudiziaria nell’ambito a seguito di una indagine su reati ambientali che, il 4 ottobre 2022, ha portato all’operazione Black Wood della Dda di Catanzaro.
La centrale è stata posta sotto sequestro ed affidata ad una amministrazione giudiziaria che ha dovuto fare i conti con la sospensione degli incentivi statali del Gse previsti per gli impianti a biomasse che erano pari a circa 20 milioni all’anno.
L’azienda è andata in crisi e gli amministratori giudiziari (tre commissari diversi da quelli attuali), trovatisi senza liquidità hanno revocato i contratti di fornitura e avviato anche le procedure di licenziamento collettivo. Senza la liquidità necessaria non è stato possibile anticipare la cassa integrazione che nel frattempo è stata rifiutata dall’Inps in quanto non ci sarebbero i criteri per il riconoscimento mancando lo stato di crisi.
Nel frattempo il Gse ha sbloccato gli incentivi e evitato il licenziamento collettivo. In contemporanea sono stati nominati i nuovi amministratori giudiziari che avevano avviato la redazione del piano industriale anche sulla possibilità di poter accedere a finanziamenti ministeriali per il rilancio di aziende sequestrate in attività antimafia. Possibilità che è sfumata perché lo scorso 11 aprile l’impianto è stato dissequestrato dal Tribunale di Crotone e restituito ai proprietari. In attesa della nomina del nuovo cda, però, la centrale a biomasse di Cutro è ancora sotto la gestione dell’Amministrazione giudiziaria. Questo stato di cose preoccupa gli operai che chiedono, oltre al pagamento degli stipendi anche la certezza di poter continuare a lavorare.

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