Cronaca

Davide ridotto in fin di vita per uno scambio di persona

Le indagini della Squadra Mobile hanno accertato la dinamica dei fatti. All'origine messaggi social tra un uomo di 31 ed una ragazza alla quale era interessato l'aggressore.

davide aggressione

CROTONE – Davide Ferrerio è stato ridotto in fin di vita per uno scambio di persona, messo in mezzo in una vicenda ancora più assurda di quella che si potrebbe pensare. Picchiato a sangue perché aveva una maglietta bianca. All’origine dell’aggressione c’è uno scambio di messaggi tra una ragazza, lla quale era interessato Passalacqua, ed un uomo di 31 anni.
E’ quanto hanno accertato le indagini della Squadra Mobile di Crotone in seguito all’arresto di Nicolò Passalacqua, il 22enne che ha picchiato a sangue il giovane bolognese che si trovava in vacanza a Crotone dai parenti. Dopo l’arresto di Passalacqua l’attenzione degli investigatori – coordinati dalla Procura della Repubblica – si è concentrata sull’analisi delle immagini acquisite dai sistemi di videosorveglianza, sull’analisi degli apparati cellulari dei soggetti coinvolti e sugli interrogatori di tutti i soggetti (anche quelli coinvolti marginalmente). Ne è venuto fuori un quadro ancora più allucinante.
Davide Ferrerio non conosceva il suo aggressore e quella sera è stato messo in mezzo da un terzo soggetto che in qualche modo, probabilmente anche a sua insaputa,  ha utilizzato il giovane bolognese per distogliere da se stesso le attenzioni del gruppo nel quale si trovava Passalacqua.
Ferrerio era su via Vittorio Veneto, nei pressi del Palazzo di Giustizia, dove attendeva un suo amico con il quale si sarebbe dovuto recare in pizzeria. Nicolò Passalacqua, invece, si trovava sul posto insieme a due suoi parenti, ad una ragazza minorenne, alla madre di quest’ultima, al di lei compagno e a un altro figlio della coppia. Passalacqua – che era interessato alla minorenne – avrebbe dovuto spalleggiare la ragazza all’incontro che la stessa aveva fissato con un giovane trentunenne residente in provincia. La minorenne, infatti, nei giorni precedenti, era stata contattata tramite Instagram da un account con un nome di fantasia (che le indagini hanno accertato essere in uso al trentunenne). Tra i due vi era stata una breve conversazione (dai toni moderati e senza riferimenti sessuali espliciti), all’esito della quale il giovane aveva chiesto di incontrare la ragazza, la quale – su indicazione della propria madre – aveva fissato appuntamento dapprima per le ore 20:30 nei pressi di un supermercato in zona Farina, poi spostato nei pressi del Palazzo di Giustizia alle ore 21:00. La finalità dell’incontro era quella di scoprire l’identità del corteggiatore.
Pertanto, il gruppo di persone si dirigeva verso il Palazzo di Giustizia e il trentunenne, affrontato dalla madre della minorenne, negava d’essere in attesa dell’appuntamento e mentre si allontanava, per sviare la comitiva (che nel frattempo si era riunita e continuava a cercare il soggetto con cui l’incontro era fissato), scriveva sull’account Instagram della ragazza di essere appena arrivato e di indossare una camicia bianca (mentre in realtà aveva una maglietta azzurra). La ragazza leggeva il messaggio ad alta voce e Nicolò Passalacqua, appreso il particolare, iniziava a guardarsi intorno cercando un giovane che rispondesse a quella caratteristica, individuando Davide Ferrerio, che indossava proprio una camicia bianca e che, ignaro di tutto, stava aspettando il suo amico per cenare assieme.
Dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza acquisite, infatti, si nota Passalacqua avvicinarsi a Davide Ferrerio per chiedergli se fosse lui la persona che aveva dato appuntamento alla sua amica; a quel punto Davide, all’oscuro di tutto, verosimilmente impaurito dalla singolare richiesta, si allontanava dal luogo, dapprima camminando velocemente e poi correndo in direzione della casa di sua nonna di cui era ospite. Passalacqua, interpretando quell’atteggiamento come una conferma, rincorreva Davide Ferrerio, lo raggiungeva poche centinaia di metri più avanti e lo colpiva con una ginocchiata allo sterno ed almeno due pugni in volto.