Cultura e spettacoli

Luca Stricagnoli, da Papanice ai palchi di tutto il mondo con le sue super chitarre

Virtuoso del Fingerstyle, i suoi video musicali hanno raggiunto 100 milioni di visualizzazioni. Progetta da solo le sue chitarre a tre manici. Ha suonato in 25 Paesi e sta concludendo il suo primo tour in Italia, ma non farà tappa in Calabria

Il suo canale Youtube ha 737 mila iscritti ed i suoi video musicali hanno raggiunto 100 milioni di visualizzazioni. I suoi brani su Spotify sono ascoltati in media da 52 mila persone al mese. Suona fino a 5 chitarre contemporaneamente per proporre le sue composizioni originali o delle fantastiche cover di grandi brani. Grazie a Youtube ha attirato l’attenzione degli appassionati e poi della stampa specializzata e di artisti di fama mondiale come i gruppi Red Hot Chili Peppers e Walk Off The Earth. 
Questo fenomenale artista, del quale avevamo scritto già nel 2016 (vedi il Crotonese del 18 febbraio 2016), è un ragazzo di 29 anni, nato a Varese, ma originario di Papanice. Si chiama Luca Stricagnoli, chitarrista acustico noto per il suo stile unico – fingerstyle, e le tecniche di esecuzione innovative che gli hanno permesso di esibirsi ed avere successo praticamente ovunque nel mondo. 
Luca Stricagnoli vive in Germania da dove, però, si sta trasferendo verso gli Stati Uniti, in un luogo leggendario per la musica: Nashiville, capitale dello stato del Tennessee, città legata ai miti di Jonny Clash, Elvis Prelsey e sede di una delle più grandi aziende produttrici di chitarre e bassi elettrici, la Gibson.  Ha all’attivo quattro dischi (uno con Meg Pfeiffer, sua compagna e splendida voce). Il 9 dicembre ha pubblicato il suo ultimo video nel quale reinterpreta in acustico la colonna sonora della serie The Witcher. Ha fatto tour in 25 Paesi, dalla Cina al Messico, dagli Usa alla Russia, ma mai – incredibile a dirsi – in Italia. Il primo Tour italiano, organizzato da Massimo Piccioni di Break Live Music, lo ha iniziato giorno 1 dicembre riempiendo i teatri: da Pordenone all’Isola d’Elba, da Roma a Napoli conferma del seguito ed anche della curiosità che caratterizzano le sue esibizioni.
Come è il primo tour italiano?
“Avevo suonato in Italia – racconta a il Crotonese, Luca Stricagnoli, mentre si prepara al concerto di Rovigo – ma solo qualche data singola. Non avevo mai fatto un tour e devo dire che è emozionante farlo finalmente nel proprio Paese. Tornare in Italia con il mio spettacolo solista e riempire teatri così belli di gente felice è un sogno che si avvera.  Mi ha sorpreso vedere tanta gente. Soprattutto  all’Isola d’Elba di lunedì il teatro era pieno. Questo tour resterà nel mio cuore”. 
Però nel tour italiano non ci sono tappe in Calabria.
“Il mio agente non è riuscito a trovare una situazione adatta ma sarebbe bellissimo poter suonare a casa. E’ il mio desiderio e ci sto lavorando. Sarebbe a livello emotivo e simbolico davvero emozionante. Spero di poterlo fare nel prossimo tour. Io sono pronto”.  
Sul palco suona da solo con ‘tre chitarre e mezza’ ma è come se avesse un’orchestra. “Signori ecco a voi ‘The Stricagnoli’s’: alla chitarra Luca Stricagnoli; al basso: Luca Stricagnoli, alla batteria Luca Stricagnoli…” si legge in un commento ad un suo video su Youtube che riassume le sue incredibili capacità. Scrivono che ‘Luca porta sul palco un’energia entusiasta’. Qual è la caratteristica principale della sua esibizione?
“È  un concerto di chitarra acustica dove accadono cose che non ti aspetti accadano in questo tipo di esibizioni. È uno stile da stand up comedy dove alla musica si alternano racconti divertenti, curiosità, battute. Poi c’è la musica: le cover ed i miei pezzi originali. Devo dire che la gente si diverte”.
Anche perché è insolito vedere un solo musicista che suona come un’orchestra con tutte quelle chitarre. Ma come è nata l’idea di creare questi strumenti? 
“Io ho imparato a suonare la chitarra al conservatorio di Como, ma lì insegnano la chitarra classica, non il fingerstyle. Poi ho smesso per un periodo e mi sono riavvicinato quando un mio amico, che sapeva che io suonavo, mi ha mostrato un video di Andy McKee che utilizzava il fingerstyle. Ho deciso di rispolverare la chitarra ed ho usato Youtube per imparare quello stile. Imparando e suonando mi sono reso conto che volevo qualcosa di più per suonare più chitarre insieme. Invece di dire: ‘non si può fare’ mi sono detto: è ‘se fosse possibile?’. Così ho progettato la chitarra con il manico invertito, poi quella con tre manici, ho sostituito le corde con quelle da pianoforte. Le ha costruite un bravissimo liutaio di Ciampino,  Davide Serracini che, peraltro, è venuto ad un mio live per la prima volta proprio il 9 dicembre. Ora sul palco suono la chitarra a tre manici ed una orizzontale ed in più ho il manico invertito che attacco alla chitarra”.
Quanto tempo impiega per i suoi arrangiamenti? Quanto è difficile, anche dal punto di vista fisico, farli suonando più chitarre insieme?
“Dopo tanti anni mi sono abituato allo sforzo fisico che è importante. Per gli arrangiamenti servono giorni di studio: di solito inizio da una linea, ad esempio quella di basso, e poi comincio ad aggiungere il resto. Per prepararli servono due o tre giorni, per impararli anche un mese o più. Devo studiare tutta la geometria dei movimenti della mano. Per alcuni più complessi, come Feel good dei Gorillaz ci ho messo due anni perché non ero mai soddisfatto.  
Con le sue chitarre reinterpreta grandi brani e esegue le sue composizioni originali: ci sono autori in particolare a cui si ispira?
“Sicuramente Morricone è il mio idolo, è il solo artista italiano di cui ho fatto delle cover”.
Avendo origine crotonese ha pensato di fare una cover di Rino Gaetano?
“È vero, magari farò Rino Gaetano”. 
Da quanto manca da Crotone?
“Io fino a 13 anni ogni anno venivo a Crotone, a Papanice, con la mia famiglia. Sono molto legato alla Calabria ed al paese dei miei. Quando avevo abbandonato la chitarra dopo il diploma al conservatorio, mi sono dedicato allo Judo e, nel periodo di vacanza che trascorrevo in Calabria, a Papanice mi allenavo con i fratelli Facente che sono fortissimi. Manco da sette anni da Crotone. Devo dire che ho voglia di andare a mangiare un calzone alla Romana e di prendere una Brasilena”.

Luca Stricagnoli è un artista di fama mondiale ma a Crotone pochi lo sanno. E nessuno lo ha mai cercato per fare un concerto nella città delle sue radici. Il papà Salvatore ha un desiderio: far suonare il figlio alla festa di San Pantaleone a Papanice. Racconta di averlo sempre proposto anche gratuitamente per devolvere l’eventuale incasso ad opere per la chiesa. Allora, considerato il successo che questo ragazzo sta ottenendo nel mondo con le sue chitarre, lanciamo noi una proposta alle istituzioni ed alle associazioni che si occupano del settore degli spettacoli: fate venire Luca Stricagnoli a Crotone. Fatelo suonare, magari, sotto il murale di Rino Gaetano realizzato da Jorit. Sarebbe qualcosa di sensazionale. Mentre facevamo l’intervista abbiamo proposto l’idea a Luca che è andato su internet per vedere il murale e si è detto stupito per la bellezza: “sarebbe magnifico”. Sindaci, assessori, presidente usate, senza la fretta di doverli spendere tutti in pochi giorni, i fondi dei progetti finanziati dalla Regione Calabria o chiedete alla Regione Calabria, che promuove piste da pattinaggio sul ghiaccio in Lombardia, di usare una parte dei fondi per la Meravigliosa Calabria che si fa onore nel mondo facendola conoscere per primi a noi calabresi. Vogliamo Luca Stricagnoli a Crotone. (le foto sono di Meg Pfeiffer e Massimo Piccioni. L’articolo è apparso sull’edizione de il Crotonese del 13 dicembre 2022)