Cultura e spettacoli

‘E io ci sto’, con la testimonianza di Pegah Moshir Pour ritroviamo ‘l’umanità perduta’

L'attivista iraniana lotta per i diritti umani e digitali delle popolazioni oppresse dal regime in Iran

CROTONE – Pegah Moshir Pour è stata l’ospite d’onore del talk ‘L’umanità ritrovata. Condizioni di vita in medio oriente’ per l’appuntamento ad Orto Tellini, del 31 agosto. Nell’ambito della rassegna organizzata dall’associazione ‘E io ci sto’ la giovane attivista per i diritti umani, diventata la voce degli iraniani nel mondo, ha raccontato il suo impegno sociale, l’importanza dei diritti umani e digitali per garantire l’uguaglianza e la difficile lotta per difenderli. A tal proposito sull’edizione de Il Crotonese di oggi, 1 settembre, è disponibile una intervista esclusiva che Pegah ha rilasciato alle pagine del nostro giornale. Pegah è una donna iraniana cresciuta in Italia, precisamente in Basilicata, perchè la sua famiglia ha deciso di lasciare Teheran quando lei era ancora bambina, a causa delle violente repressioni del regime. Al talk hanno partecipato il giornalista Bruno Palermo, il direttore del Cara Regional Hub Ignazio Mangione e il direttore de Il Crotonese Giuseppe Pipita. La serata è stata scandita da importanti momenti di riflessione sulla condizione del popolo iraniano schiacciato dalle assurde leggi di regime che impediscono a due innamorati di baciarsi in pubblico, alle donne di mostrare il volto e i capelli e a tutti è vietato manifestare liberamente il proprio pensiero soprattutto sui temi politici.
In Iran infatti è facile uccidere un uomo a sangue freddo solo perchè protesta per i suoi diritti e, picchiare una donna, solo perchè non ha indossato bene il velo. La testimonianza dell’attivista Pegah, che ha ricordato l’anniversario della rivoluzione ‘Donna Vita Libertà’ del prossimo 16 settembre, ha puntato l’attenzione sui governi europei che pur conoscendo la situazione iraniana mantengono un legame con quella regione ricca di giacimenti di gas e petrolio, che fanno gola non solo all’Europa ma a tutto il mondo. Solo dicendo ‘no’ al regime, condannando ogni forma di violenza verso i figli innocenti dell’Iran, senza negoziare con quest’ultimo si può auspicare di indebolire la forza del regime.
Alla testimonianza di Pegah si sono alternate quelle della presidente dell’associazione Sabir, Manuelita Scigliano, Mojtaba superstite del naufragio a Steccato di Cutro e Kamran mediatore culturale. Un commosso e condiviso ‘grazie’ è stato pronunciato da Mojtaba che si trovava a bordo della Summer Love al momento del terribile naufragio a pochi metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro, lo scorso 26 febbraio. Mojtaba, laureato in economia, ha ribadito che a Crotone ha trovato accoglienza e sostegno dicendo: "nella notta più buia della mia vita ho trovato una terra dolce, dalla quale ho ricevuto tanto". Ha poi raccontato il suo dolore per aver perso tutto, anche l’oggetto più banale da perdere in una circostanza drammatica come quella del naufragio che, però, per Mojtaba era di vitale necessità: un paio di occhiali da vista. "Il direttore Mangione mi ha fatto salire sulla sua macchina – dice – e mi ha comprato un paio di occhiali. Per questo non lo ringrazierò mai abbastanza". Si consideri che Mojtaba è scappato da un paese impossibile da vivere, con una laurea in economia in tasca. Per questo motivo ha anche dichiarato: "Se mi concederete la cittadinanza italiana vi prometto che la onorerò tutti i giorni come fossi anche io italiano".
L’evento dell’associazione ‘E io ci sto’ ha permesso al vasto pubblico della serata una profonda riflessione sui drammi del mondo che non sono poi così tanto lontani da casa nostra. Una riflessione sull’attitudine dei calabresi ad abbracciare i fratelli che arrivano da lontano, ad accoglierli come fossero di famiglia e, infine, a rispettarli senza privarli ancora della loro dignità. 
Foto, Emanuele Persiani.