Cultura e spettacoli

Museo Pitagora, il corso del Gak: alla scoperta di Akerentia con Antonello Lopetrone

acerenthia
Giovedì 1 febbraio alle ore 18 quarto appuntamento al museo e giardini di Pitagora con il corso di archeologia e storia organizzato dal Gruppo archeologico krotoniate in collaborazione con il consorzio Jobel. Antonello Lopetrone terrà una lezione sull’area archeologica di Akerentia, con una panoramica dalle origini ad oggi articolata in otto punti: 1) breve storia civie e religiosa di Akerentia-Cerenzia; 2) storia della ricerca; 3) il Kastron; 4) la chiesa di San Teodoro; 5) il Vescovado; 6) la "Casa del Principe"; 7) storia geologica di Akerentia; 8) gli interventi attualmente in corso nel sito.
"Akerentia (Acherentia) fu un centro molto importante dell’alto medioevo nel territorio crotonese". Ce ne parla il presidente del Gak, Vincenzo Fabiani, con una breve storia di Cerenzia Vecchia ripresa dal sito del gruppo archeologico (www.gruppoarcheologicokr.it). "La felice posizione geografica e le cospicue risorse economiche assicurarono all’abitato bizantino una costante prosperità (a dispetto della cronica penuria di acqua potabile e di legname), ben oltre le soglie della conquista normanna, avvenuta nella seconda metà del sec. XI. Come Euria (odierna Umbriatico), Isola e Belcastro, Akerentia fu insignita della dignità vescovile figurando come sede suffraganea di Santa Severina, seconda provincia ecclesiastica calabrese. L’età angioina segnò l’avvio di un lento declino della vita civile e religiosa del borgo. L’epidemia di peste del 1528 decimò la popolazione. Il Viceregno e l’età moderna furono infatti caratterizzati da una rapida e inarrestabile decadenza. Isolata, malsana ed esposta alle scorrerie dei briganti, disertata perciò quasi sistematicamente dal vescovo e dai feudatari, Cerenzia si vide infine privata della dignità vescovile a vantaggio di Cariati nel 1818. Di lì a pochi anni, complice lo sprofondamento del suolo verificatosi nella piazza e presso la Cattedrale fin dall’inizio del Settecento, che compromise la salubrità dell’aria, già minata dagli impaludamenti del Lese, le autorità locali chiesero al governo borbonico lo spostamento dell’abitato in località Paparotto, dove, finalmente autorizzati nel 1845, subito cominciarono i lavori di costruzione e la popolazione poté di fatto trasferirsi nel 1860, nella nuova località, dove si è sviluppato l’abitato della nuova Cerenzia".